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User Testing: quale scegliere?

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“Il sito dev’essere ancora ultimato, aspettiamo che venga pubblicato e poi lo testiamo.”

“Possiamo fare i test anche se il sito non è finito?”

Durante i meeting con i nostri clienti ci capita spesso di sentire domande di questo tipo. Ci siamo perciò resi conto dell’esistenza di lacune informative importanti riguardo alle diverse metodologie di test di usabilità esistenti, oltre che numerosi dubbi in merito alla fase del processo di design/re-design del sito in cui questi possono essere introdotti.

Molti infatti sono convinti che sia necessaria la messa online del sito, non sapendo che vi sono diversi modi per testarne l’interfaccia.

Addirittura è possibile svolgere dei primi user test in una fase embrionale del sito web, utilizzando solamente dei fogli di carta. Non lo credete possibile? Beh, vi sbagliate. Questa tipologia di user test viene definita Paper-prototyping ed è indicata per testare la funzionalità del futuro sito web o di un app.

In questo articolo vogliamo quindi far chiarezza sulle due principali tipologie di test di usabilità. Parleremo perciò di:

  • Low Fidelity Testing (Test Lo-Fi)
  • High Fidelity Testing (Test Hi-Fi)

Low Fidelity Testing

Per Low Fidelity Testing, o test Lo-Fi, si intendono test di usabilità condotti nei primi stadi di prototipazione di un’interfaccia. Il fine di questi test non è tanto testare l’aspetto “visuale” del prodotto quanto la sua funzionalità, per avere un feedback immediato ed eventualmente andare a correggerne gli errori.

In queste prototipazioni vengono testati solamente gli elementi fondamentali dell’interfaccia, quelli che poi dovranno essere indispensabili per l’utente durante il suo processo di acquisto o per portare a termine le attività principali del sito.

Come abbiamo già anticipato, per questa tipologia di test a volte non è nemmeno necessario l’utilizzo di un device o di una struttura del sito creata in html, bensì possono essere utilizzati persino dei prototipi in carta stampata (Paper prototyping).

Se pensiamo ad un’analisi di questo tipo per una mobile app, il test su prototipi di carta consisterà nella stampa di diverse schermate della nostra app sulle quali il tester “cliccherà” come farebbe con il proprio smartphone.

Il compito del facilitatore (o dello Ux Researcher, di cui abbiamo parlato lo scorso mese) sarà quello di prendere la schermata successiva e far continuare “la navigazione” al tester.

Se non abbiamo tempo e voglia di disegnare e ritagliare pezzi di carta, possiamo invece utilizzare uno strumento più interattivo e alla portata di tutti: Power Point.

Inserendo dei link nelle slide, che andranno a rappresentare le diverse pagine del nostro sito web, possiamo permettere al tester di “navigare” al suo interno, un po’ come farebbe sul sito definitivo.

Queste tipologie di prototipazione sono semplici da creare e non richiedono molto sforzo in termini di costi e tempo.

Ma attenzione: la limitata interattività ci obbliga ad utilizzarle solo nelle prime fasi di designing.

Se invece ci troviamo già in una fase beta del sito allora un’analisi più accurata della piattaforma è quello che fa per noi. Andiamo quindi a condurre un Hi-Fi Test.

High Fidelity Testing

Mentre nei test Lo-Fi si hanno solo gli elementi principali di un’interfaccia grafica da testare, con i test Hi-Fi si va ad analizzare un design già ad uno stadio avanzato di creazione. Si consiglia di effettuare questo tipo di test in una fase “beta” del sito, in cui l’utente può navigare come se questo fosse già online.

È in questa fase che vengono condotte le tipologie di test più avanzate ed efficaci: dai più semplici think aloud, in cui il tester è invitato dal facilitatore a raccontare a voce alta ciò che sta facendo e ad esprimere le proprie opinioni riguardo al sito, ai test con strumentazione biometrica (Eye Tracking, EEG, GSR, …), di cui vi abbiamo ampiamente parlato negli scorsi articoli.

Con i test Hi-Fi quindi, oltre alla mera funzionalità del sito, si può analizzare in toto la sua usabilità e la sua user experience.

Necessario perciò che questi test siano molto realistici e che vengano condotti su persone a target, cioè su persone che poi potrebbero essere i veri fruitori del sito (buyer personas).

Questa tipologia di test è sicuramente la più efficace nonché la più impegnativa e costosa. Perciò è necessario che il sito sia quasi nella sua versione definitiva. Decidere di cambiarne la struttura (a meno che questo non risulti dall’analisi) dopo i test potrebbe rendere i test inutili e una perdita di tempo.

Affidati sempre ad un esperto

Anche se gli strumenti utilizzati per i test Lo-Fi potrebbero sembrare “banali, condurre un test ed interpretarne i dati in maniera corretta non è poi impresa così tanto più semplice rispetto ad un test Hi-Fi.

È necessario quindi sempre rivolgersi ad esperti del settore, in modo tale da non avere a che fare con “muddy data”, cioè dati non corretti, inaffidabili e che potrebbero compromettere le decisioni e le azioni successive sul sito.

Dei rischi nel ricavare dati approssimativi ne parleremo nei prossimi articoli.

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1 Low Fidelity Testing
2 High Fidelity Testing
3 Affidati sempre ad un esperto
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Nicola Trentin
Nicola Trentin

Co-Founder di NeuroWebDesign, ricercatore in UX e neuromarketing, ha eseguito più di 600 test e collaborato con tester di 12 nazionalità diverse. Il suo mantra è scalfire la superficie di comportamenti e reazioni inconsce dei consumatori per ottenere dati scientifici e oggettivi che aiutato molte imprese a migliorare le proprie performance online.

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