Anche in questo caso,
Google Analytics può guidarti nella selezione delle pagine da testare. Ti consiglio di dare priorità a quelle che malgrado l’elevato volume di traffico, non risultano incidere, o lo fanno solo negativamente, sul funnel di conversione del tuo internauta.
5. Analisi dei dati
Hai appena ottenuto la tua versione A o B vincente. Non ti fermare al solo responso del software ma scava più a fondo.
Comprendi il motivo per cui quella determinata variante è risultata la migliore. Perché? I test quantitativi, rispetto a quelli qualitativi, consentono di replicare le soluzioni adottate anche su altre piattaforme. Se sei il proprietario o gestore di più servizi digitali quindi, potresti quindi applicare tale modifica anche ad altre piattaforme (con prodotti/servizi e obiettivi correlati).
6. Ripeti il tutto
Non finisce mai. La
CRO non è un’attività una tantum.
Non si spegne e si accende come un’auto. È necessario continuare costantemente il proprio processo di ottimizzazione. Da un singolo a/b test possono nascere idee per costruirne altri 2, 3, 4, n!
Quindi quando pensi di essere arrivato alla fine, è proprio qui che ricomincia il processo. In base all’obiettivo, pensa ad altre pagine, altri elementi da sottoporre a test. Ricorda inoltre che
l’a/b testing è una metodologia che può essere applicata anche al di fuori della tua piattaforma; ad esempio alla tua comunicazione digitale.
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