Il futuro del turismo è già tra noi, anche se non ce ne siamo accorti
Spesso, dopo un intervento pubblico, scatta la curiosità quasi automatica: “Dove sono le slide?”
Eccole, non sono proprio tutti i concetti espressi durante il nostro intervento, tuttavia la ritengo una buona panoramica.
Nell’epoca in cui parlo, il 2025 fa da spartiacque, proprio mentre le tecnologie come ChatGPT inondano il mercato di innovazioni, toccando numeri ragguardevoli in termini di utenti e utilizzi.
È facile pensare che queste siano evoluzioni graduali, ma la verità è che tutto sta cambiando con una velocità dirompente, quasi impossibile da seguire senza aggiornarsi continuamente.
Il concetto che il sito web, una volta cuore e anima del contatto con il cliente, possa diventare strumento per comunicare con il sistema di intelligenza artificiale usato dal cliente, è un cambio di paradigma che molti ancora non vogliono prendere in seria considerazione.
La domanda chiave diventa inevitabile: cosa succede quando il traffico umano verso il sito svanisce, lasciando spazio a un’interazione quasi esclusivamente mediata da agenti intelligenti?
Questa crisi silenziosa non è più una previsione lontana, ma una concreta realtà che impone di rivedere strategie e approcci.
La questione non è solo tecnologica, ma profondamente culturale e strategica, perché chi decide di restare fermo rischia di essere escluso da un gioco che si sta ridisegnando in modo radicale.
La rivoluzione dell’intelligenza artificiale: cambiare o perire
Il balzo in avanti di strumenti come ChatGPT
Il boom di ChatGPT, che in soli due anni ha raggiunto 800 milioni di utenti contro i tredici anni impiegati da Internet per fare lo stesso, non è un traguardo da sottovalutare.

Dietro a queste percentuali si nasconde un cambiamento profondo nell’interazione digitale che ridefinisce quali siano i canali e i metodi preferiti per la ricerca e la prenotazione di viaggi. Se fino a ieri il motore di ricerca tradizionale teneva il centro della scena, oggi il terreno si sta spostando verso un’interfaccia conversazionale, dove la sintesi e la capacità di comprendere bisogni complessi diventano fondamentali.
Google e la risposta al cambiamento
Google non rimane a guardare e introduce strumenti che anticipano la trasformazione, come l’AI Overview, che riassume il contenuto delle pagine prima del clic, rivoluzionando la dinamica stessa del traffico web.
Più silenziosamente, ma con eguale efficacia, si sviluppano modelli che integrano direttamente le informazioni nei sistemi AI, riducendo ulteriormente la necessità di visitare un sito.
Questa evoluzione rappresenta un nuovo paradigma: si da contenuto direttamente ai modelli, e questi diventano i mediatori principali della relazione tra utente e offerta.
Le implicazioni di tutto ciò sono enormi.
Alcuni leader del settore, come Demis Hassabis, sottolineano che fra pochi anni molti contenuti saranno prodotti quasi esclusivamente per questi modelli, minando l’importanza del sito come primo punto di contatto.
È una rivoluzione silenziosa che, nel turismo, rischia di cambiare criteri e tempi con cui i viaggiatori scelgono destinazioni e servizi.

La sfida non è tra uomo e macchina
La competizione non è più tra umani contro intelligenza artificiale, quella battaglia è già stata persa, ma tra aziende che riescono a sfruttare questa trasformazione e quelle che invece restano indietro, prive di reattività e visione.
Questa distinzione, che può sembrare banale, determina chi sopravvive e cresce in un mercato sempre più complesso e dinamico.
È un cambio di paradigma che impone di riflettere in maniera profonda su come presidiare la propria presenza su diversi livelli, dall’interfaccia digitale all’esperienza diretta, implementando tecnologie capaci di rispondere alle nuove aspettative.
Come presidiare un mondo sempre più dominato dagli agenti intelligenti
La centralità del luxury e dell’esperienza personalizzata
È interessante notare che ad adottare con maggiore slancio queste tecnologie siano i segmenti luxury, dove i viaggiatori, spesso dotati di cultura medio-alta, ricercano esperienze su misura, fluide e meno invasive rispetto al vetusto click su Google.
Qui, l’intelligenza artificiale non serve solo a velocizzare processi, ma diventa un amplificatore dell’empatia, capace di dialogare in modo personalizzato e accogliente, anche senza la presenza fisica di un operatore umano.
Oltre il sito web: una presenza coordinata e capillare
Presidiare questo nuovo ecosistema non si limita più al semplice sito web. Recensioni, social network, risposte automatiche e schede informative per agenti intelligenti devono lavorare in sinergia, in un corpo unico che andrà a interagire con utenti di ogni lingua e da ogni fuso orario, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.
È un impegno gigantesco e dalle molteplici sfaccettature, che non lascia spazio a soluzioni superficiali o disorganizzate. Il tono e il modo con cui si risponde diventano veri strumenti di comunicazione e fidelizzazione.
Open Air Hub: un esempio di come l’intelligenza artificiale si fa concreta
Nel contesto di questa trasformazione si inserisce Open Air Hub, la versione di OpenRosetta.ai creata specificatamente per il mondo dell’Open Air, che incarna l’idea di un unico cervello con molteplici braccia.
Capace di svolgere attività che spaziano dalla gestione di preventivi, alla scrittura di email, alla produzione di contenuti per blog e social, alla gestione di campagne pubblicitarie, fino alla risposta alle recensioni e al parlare al telefono in otto lingue con empatia controllata.
Questo coordinamento non solo efficienta i processi ma li rende omogenei, creando un’esperienza fluida tanto per il cliente quanto per l’operatore.
Non si tratta quindi di una mera automazione, ma di una vera e propria riscrittura del modo di lavorare.
Le domande semplici e ripetitive che gli operatori ricevono ogni giorno, come “Che tipo di corrente ha la piazzola?”, diventano occasione per far intervenire la tecnologia, lasciando tempo e risorse per concentrarsi sul valore aggiunto dell’incontro umano, che rimane insostituibile.


